APPARIZIONE
Autore: Dova Gianni
Tecnica: acquaforte e acquatinta
Dimensioni: cm 70x50
Tiratura: 125 esemplari e XII Pda
Anno: 1991
Note:
Tecnica: acquaforte e acquatinta
Dimensioni: cm 70x50
Tiratura: 125 esemplari e XII Pda
Anno: 1991
Note:
"Acqua forte" è l’antico nome dato all’acido nitrico, noto per il suo potere corrosivo.
La lastra, levigata, viene preparata con un sottile strato di vernice e annerita con nerofumo o con una vernice cerosa resistente agli acidi.
Il disegno è effettuato con una punta di acciaio che rimuove la vernice nei punti incisi.
Il supporto di metallo è quindi immerso nell’acido, "morsura", che penetra dove la vernice è stata rimossa, scavando dei solchi.
Tonalità più scure hanno tempi più lunghi di immersione in acido e conseguentemente solchi più profondi.
Dopo il lavaggio e la finitura, la lastra è pronta per la stampa al torchio. Per la natura stessa della tecnica, che permette all’incisore di tracciare velocemente e senza sforzo la propria composizione sulla lastra verniciata, il segno mostra un andamento mosso, rapido e sinuoso. L’acquatinta è una tecnica dalla preparazione molto complessa e delicata. L’utilizzo di sostanze cristalline, come la colofonia o il bitume di Giudea, si ottengono effetti di chiaroscuro, ombreggiature e mezzitoni.
L’acquatinta si riconosce per la retinatura che mostra sul foglio, costituita da un alternarsi uniforme, ma casuale, di punti irregolari.
Combinata con l’acquaforte, la tecnica è utilizzata per creare fondi o riempimenti omogenei.