Joe Tilson
Joe Tilson nasce a Londra il 24 agosto 1928. Nel 1949 compie il suo primo viaggio in Italia. Tra il 1955 e il 1957 soggiorna e lavora prima in Italia e poi in Spagna, avendo vinto nel 1955 il “Premio di Roma” della Knapping Foundation. A Roma conosce Joslyn Morton, scultrice, allieva di Marino Marini all’Accademia di Brera di Milano. Joe e Jos vivono per un periodo in Sicilia, a Cefalù, e nel 1956 si sposano a Venezia, dove hanno uno studio a Casa Frollo, alla Giudecca. Tornato a Londra, Tilson inizia la sua carriera di insegnante nelle scuole d’arte che lo porterà da Londra a New York e ad Amburgo. Protagonista della pop art inglese (nel 1964 espone alla Biennale d’arte con il gruppo pop) Tilson sperimenta diversi materiali (legno, vernici, plexi- glass, vetro) e tecniche (dal collage al fotomontaggio all’incisione) giungendo sempre a soluzioni originali. Nel 1985 Joe Tilson viene eletto membro della Royal Academy of Arts di Londra e nel 2001 è chiamato a fare parte della storica Accademia di San Luca a Roma.
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I primi dipinti di Tilson, realizzati negli anni Cinquanta, riflettono con solare evidenza le suggestioni date dalla scoperta dell’Italia e della Spagna. Nella sua ricerca si alternano cicli nei quali predilige la materia scabra e scultorea del legno ad opere in cui irrompe il colore, come quelle degli ultimi trentacinque anni, in cui l’artista è andato sviluppando una sorta di diario in forma di opera delle proprie ricerche intellettuali ed esperienze di vita: dagli animali che incontra quotidianamente nei giorni in cui vive dentro il bosco nella sua casa vicino a Cortona in Umbria, alle facciate delle chiese e alle forme dei relativi pavimenti in Venezia.
Testimonianza del suo legame “elettivo” con l’Italia, una sorta di seconda patria, che lo vede vivere per alcuni mesi dell’anno a Cortona e a Venezia, sono i cicli pittorici degli ultimi anni. Proprio la città lagunare è il soggetto prevalente di molti dipinti e opere grafiche recenti, che vanno dalle sug- gestive Finestre Veneziane ricche di elementi simbolicamente rappresentativi al ciclo Stone of Venice, confessione di un amore ininterrotto che dura dal 1956. Tilson ha per mesi percorso e esplorato le calli e le piazze della città, armato di matita e di taccuino da disegno, per scoprire e fissare de- terminati motivi da sviluppare nei dipinti del ciclo, che si reggono sull’associazione tra le facciate e le geometrie che l’artista ha scoperto nelle de- corazioni pavimentali. Tilson accoglie con la stessa sensibilità la memoria essenziale della facciata di una chiesa o di un palazzo spesso minore (I Depositi di Pane, La Torre dell’Orologio), un suggestivo particolare architettonico (Ca’ Contarini Fasan, La Campana di San Marco), la seduzione di un elemento naturale (Goldfinch Diptych, Melograno Diptych) e l’icona geometrica e preziosa delle pavimentazioni policrome delle chiese e dei palazzi veneziani, splendida tessitura “decorativa” che proviene dagli innumerevoli particolari architettonici incontrati nel corso dell’appassionata ricognizione visiva che Tilson ha messo in atto a Venezia.
Un’opera che appare con tutta evidenza un vero e proprio grande e solenne canto poetico, ispirato e dedicato alla straordinaria e irripetibile storia di Venezia.
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